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GRAZIANA PÈ, L’ARABA FENICE DEL TRAIL RUNNING

Sono più di 900 i chilometri corsi in gara quest’anno da Graziana Pé, ultra-trailer bresciana conosciuta sia per le sue capacità atletiche che per i numerosi tatuaggi e le pettinature estrose. Seconda quest’anno al Trail dell’Orsa, terza al Monteregio Ultra-Trail, al Trail del Viandante ed all’Orobie Ultra-Trail di 140 chilometri, chiuso in 31h56’14”, Graziana, che quest’anno ha dovuto recuperare da un grave infortunio che l’ha costretta ad un lungo stop, è prima di tutto una ragazza solare, divertente ed amante della vita.

Chi è Graziana quando non corre qualche gara di ultra-trail?
Sono una parrucchiera a tempo pieno con la passione per il trail running.

Quando hai cominciato a praticare il trail e per quale motivo?
Mi sono avvicinata al trail circa due anni fa perché ho scoperto che, quando sono sui sentieri, mi sento me stessa, senza paure, senza pensieri… insomma, libera!

E quando sei passata agli ultra-trail?
Circa un anno fa, affascinata da queste distanze ho voluto mettermi in gioco per provare: la sfida mi è piaciuta e così i chilometri sono aumentati sempre di più, fino a superare abbondantemente i 100.

Meglio un’ultradistanza su sterrato o su asfalto?
Di ultra su strada non ne ho mai corse, magari un giorno… non si sa mai. Anche se ammetto che mi fanno più paura di quelle sui sentieri: ho bisogno di stimoli sempre nuovi, paesaggi che mi facciano stare come un bambino davanti ad un negozio di giocattoli, a bocca aperta e con gli occhi spalancati.

Quest’anno hai ottenuto degli ottimi risultati, anche se ti è mancata la vittoria… delusa?
NO!!! Quest’anno per me è stata una rinascita: rientrata da un brutto infortunio, non potevo chiedere di meglio. Ho percorso circa 900 chilometri di gare, la maggior parte sopra i 100 chilometri… non mi importa quante volte sono salita sul podio, ma come sono riuscita a ritornare a fare quello che amo, superando tutti i brutti pensieri e le paure che ho dovuto affrontare nel lungo periodo di stop.

La tua miglior gara del 2015?
La migliore per me è stata la OUT, l’Orobie Ultra Trail, un viaggio di 140 chilometri su sentieri spettacolari: per me la vera montagna è quella! Mi sono divertita, ma ho anche sofferto… però quando ci penso mi viene ancora la pelle d’oca.

E la gara più difficile?
Sempre la OUT perché quel percorso non perdona, è super tecnico e molto impegnativo come piace a me. Inoltre averla fatta tutta da sola mi ha reso molto forte.

Hai già qualche programma per il 2016?
Per ora non ho ancora un calendario definito, solo bozze, idee… però penso sicuramente di correre anche all’estero, come lo scorso anno.

Qual è la gara che ‘devi ancora correre’?
Mi piacerebbe molto partecipare al Tor de Geants, ma mi affascinano anche le gare tipo Iditarod – Last Great Race on Earth o la Rovaniemi 150 Artic Winter Races, dove gli elementi predominanti sono il freddo e la neve.

La gara che porti nel cuore?
La mia prima 100km, la C.C.C., la Courmayeur-Champex-Chamonic, perché l’ho vissuta in maniera serena…

Ci racconti il tuo rapporto con i prodotti a compressione di Oxyburn?
Devo ringraziare Oxyburn che mi sostiene e crede in me: la qualità dei materiali è ottima. Utilizzo spesso l’intimo tecnico 5060 Skyrace e 5005 Haller per lo Sci, mentre per le calze sono affezionata alle 1250 Running Carbon, molto performanti. Come compressione graduata, dopo un allenamento o una gara, utilizzo le 1350 Running e, per la stagione invernale, le 1480 Running Track.